L’addetto stampa: il centrocampista della casa editrice

addetto stampa

di Paquito Catanzaro / Per utilizzare una parafrasi calcistica: l’addetto stampa di una casa editrice è il centrocampista universale, ovvero quella figura capace di ricoprire più ruoli e adattarsi rapidamente al cambiamento.

La comunicazione editoriale, infatti, nel corso degli anni si è evoluta e ha portato gli addetti stampa a prendere confidenza non solo coi mass media tradizionali (radio, giornali, tv e redazioni web), ma anche e soprattutto coi social network.

Per un libro, Instagram e Facebook rappresentano ormai una vetrina prestigiosa anche grazie alla presenza di book blogger e book influencer . Questi, attraverso il loro approccio fresco e immediato, riescono a catalizzare l’attenzione intorno a un romanzo o a un autore.

Già, perché da tempo i lettori sono curiosi di conoscere non solo la storia contenuta in un volume ma anche chi l’ha scritta.

L’addetto stampa non deve, quindi, limitarsi a presentare il libro attraverso il comunicato stampa (a proposito: ricordate la regola Less is more, ovvero dire tanto in poche battute). Ma cercare anche di incuriosire il redattore o blogger di turno aggiungendo qualche informazione sull’autore, sottolineando la disponibilità dello stesso a farsi intervistare.

Per un addetto stampa è fondamentale la pazienza, specie nell’ottenere risposte. Le caselle di posta elettronica dei giornalisti sono spesso intasate di: comunicati stampa, schede editoriali, inviti a eventi culturali e spettacoli. Pertanto non si può pretendere l’attenzione immediata. Se, però, presentata nel modo giusto un’opera verrà notata e permetterà il raggiungimento dell’obiettivo: l’attenzione intorno al libro proposto.

Tornando ai social, suggerisco di rispondere a tutte le proposte che arrivano dai book blogger (o figure simili) centellinando però le famose copie staffetta (autentico Santo Graal per qualunque bibliofilo). A volte capita che venga richiesta la copia cartacea in cambio di una story di 15 secondi. Non abbiate – cari uffici stampa – il timore di contattare queste persone chiedendo loro, prima dell’invio, se vi è reale interesse per quell’opera e quali contenuti si potrebbero sviluppare. Una diretta social, per un autore, è una grande opportunità per far conoscere sé e il suo lavoro. Inoltre può nascere un reale interesse intorno alla casa editrice creando circoli virtuosi che si autoalimentano.

Lo stesso discorso vale per le interviste sui blog.

Spesso capita che l’addetto stampa sia affiancato da un social media manager. In questo caso è fondamentale il gioco di squadra: in un ufficio comunicazione, infatti, si alleggerisce il lavoro e soprattutto si cresce reciprocamente.

Concludo con un piccolo vademecum per qualsiasi addetto stampa:

  • Possedere uno smartphone con un drive che contenga tutto il materiale stampa necessario.
  • Scarpe comode (l’addetto stampa gira tra: stand, librerie, biblioteche, ecc.)
  • Una buona dose di pazienza.
  • Un po’ di faccia tosta nel rapportarsi con: redattori, blogger e autori. 
  • Leggere e conoscere bene i libri della casa editrice per la quale si lavora.

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